Porto di Lavagna Spa richiederà al TAR accesso agli atti mentre la Regione rinvia il progetto al Comune per gravi lacune e carenze tecniche

A seguito della posizione espressa in queste ore dal Sindaco di Lavagna Mangiante, la società Porto di Lavagna Spa ha deciso di ricorrere al Tar anche per ottenere l’accesso agli atti oggetto alla delibera dell’amministrazione sulla scelta del progetto per il futuro del Porto. Atti che nonostante le richieste l’Amministrazione comunale ha rifiutato di fornire.

Dalla dichiarazione del Sindaco Mangiante apprendiamo che la gara per la nuova concessione demaniale non è stata ammessa per mancanza di titoli. In effetti la Regione Liguria ha bloccato e rinviato al Comune il progetto di F2I perché incompleto e con gravi carenze tecniche. 

La situazione appare sempre più confusa e opaca, con il Sindaco che risponde con proverbi e citazioni letterarie inappropriate invece di fare atti di trasparenza, non chiarisce le questioni tecniche e con parole arroganti fa grossolani errori non rispondendo alle nostre istanze.

Il ricorso per l’uso del project financing è stato depositato il giorno 20 maggio. Il Sindaco confonde la notifica con il deposito dimostrando di non conoscere l’iter procedurale.

Desta stupore egli affermi che questa società doveva chiedere la sospensiva degli atti che non ha alcuna relazione con la fondatezza del ricorso.

Il Sindaco si difende affermando che anche Porto di Lavagna ha presentato il suo progetto in una situazione di evidente contesto irregolare; se Porto di Lavagna non avesse partecipato non avrebbe avuto nemmeno titolo per fare ricorso. Parrebbe che il Sindaco queste basi del norme amministrative non le conosca.

Torniamo a chiedere, e lo faremo in tutte le sedi, che il futuro del Porto sia deciso con un percorso rigoroso, trasparente, partecipato.

Riteniamo grave e inappropriato aver deciso in modo frettoloso, in apertura di campagna elettorale, di impegnare il bene più importante della città per 50 anni con un metodo non consentito, con un progetto che appare irrealizzabile, senza un confronto, mettendo a rischio il futuro del Porto, del territorio e di centinaia di lavoratori.